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Settembre 21

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terrogativo su quale figura di Uomo Nuovo sarebbe stato necessario

per affrontare e gestire tale evoluzione sociale. Nei

titoli di molte sue opere traspare questa “altra” tensione; per

fare qualche esempio leggiamone alcuni: Indagine per l’avvenire,

Avventuroso astrale, Svolta nel tempo, non oggi, Progetto

antagonista, Situazione multipla antagonista, Verso l’ipotesi

AH-5, Racconto ricerca per l’oggetto nuovo AH-AH2, All'interno

del nuovo oggetto antagonista positivo, e così molti altri. Quasi

certamente lo spunto per le sue immagini pittoriche più ricorrenti

ed ossessive, Vinicio Berti lo trovò nel forte rilancio

edilizio che in quegli anni rappresentò la vera icona della Ricostruzione

postbellica. Grandi condomini sorgevano in pochi

mesi dove prima c’erano campi e case coloniche, torri di

cemento armato crescevano a vista d’occhio fra i filari di gelsi

al ritmo di un piano al giorno, fasciate di ponteggi tubolari

e fiancheggiate da gru che svettavano come fantasmi scheletrici

nella nebbia umida di un Nord ancora segnato dalle cicatrici

della guerra. Vinicio Berti si pose l’interrogativo di come

questo potesse condizionare la vita e le speranze dell’Uomo

Nuovo. Nelle sue immagini pittoriche fatte di linee dure co-

Vinicio Berti, Costruzione multipla per l'avvenire AH (1986), acrilico su tela, cm 100x70

Vinicio Berti, Racconto antagonista positivo AH (1979), idropittura su tela, cm 50x40

me nude putrelle d’acciaio, di violente contrapposizioni cromatiche,

di cesure nere e geometriche, si indovinano edifici

babelici in costruzione, enormi falansteri irti

di spuntoni sul tipo della Baliverna del racconto

di Buzzati, anonimi e spersonalizzanti

palazzi ad uffici sede di poteri occulti e ostili

all’uomo. E poi, in un suo quadro del 1974, appunto

il primo fra quelli che ho citato poc’anzi,

mi sembra di intravedere la sagoma di un

computer, l’altro polo del vertiginoso sviluppo

che avrebbe presto rivoluzionato e ricondizionato

le vite di noi tutti. Le sigle criptiche, i numeri

e i segni misteriosi che popolano quasi

tutte le tele di Berti, avevano trovato finalmente

la propria fonte primaria e il proprio scopo

ultimo: la programmazione della futura società

cibernetica. Nel 1978 Francesco Guccini

avrebbe descritto nella sua canzone Mondo

nuovo questa stessa intuizione sociologica

tanto affascinante quanto angosciante. Anche

Guccini ha immaginato questo Uomo

Nuovo, frutto di selezione naturale e culturale

non meno che tecnologica ed informatica,

e si è domandato come sarà e come vivrà. Ma

forse Berti, con solitaria fuga in avanti rispetto

alla sua stessa matrice ideologica, vedeva

già al di là di questo e profetizzava con timore

una società basata sulla manipolazione delle

informazioni e sulla assoluta plasmabilità

dell’Uomo sociale, degradato a fenomeno di

mercato o ad ingranaggio dei sistemi di produzione.

Ormai questa eventuale consapevolezza

è avvolta per sempre in un mistero che

l’uomo Vinicio Berti ha portato con sé in una

dimensione per noi inattingibile. A noi resta lo

stupore, venato di un’angoscia sottile, nell’ammirare

questi paesaggi astratti che risvegliano

sopiti ricordi di certi sogni inquietanti che

si fanno talvolta subito prima dell’alba.

VINICIO BERTI

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